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SAN SEBASTIÁN 2022 New Directors

Recensione: A los libros y a las mujeres canto

di 

- Nel suo film d'esordio, María Elorza costruisce non solo un bellissimo omaggio alla letteratura, ma anche un'indagine personale e lucida sulle possibilità del cinema

Recensione: A los libros y a las mujeres canto

“Temi che il crollo della tua biblioteca ti schiacci nel sonno? L'accumulo di libri mette in pericolo l'esistenza stessa della tua famiglia? Ordini i volumi per argomento, per lingua, per autore, per data di pubblicazione, per formato o secondo un criterio noto solo a te?”. Con un certo umorismo, inizia così A los libros y a las mujeres canto [+leggi anche:
trailer
intervista: María Elorza e Marian Fern…
scheda film
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, l’opera prima di María Elorza (regista basca con una già interessante carriera nei cortometraggi), Premio Giovani al 70° Festival di San Sebastian, proiettata nell'ambito della sezione New Directors.

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Borges diceva che siamo personaggi abitati da finzioni. È quello che succede ai personaggi del film di Elorza, le donne a cui la regista dà voce affinché raccontino le loro storie. Una donna che si frattura un dito riordinando la sua libreria. Un'altra che aveva una biblioteca sul sedile posteriore della sua macchina. Altre che ricordano le poesie che le emozionavano in gioventù. Tutte le storie che raccontano parlano dei libri e dell'universo che li circonda, dei luoghi che li ospitano, delle biblioteche, della musica, del cinema, della pittura, ma soprattutto del loro rapporto con la vita, con le nostre esperienze e la percezione del mondo, di come una cosa incide sull'altra e ci rende ciò che siamo.

Famiglia, amicizia, amore, desiderio, stato sociale, memoria, ricordo, dolore, perdita, le tracce che il passare del tempo lascia su di noi, la morte. Con uno stile sui generis tra documentario e finzione, attraverso il racconto delle esperienze di vita delle donne a cui dà voce, Elorza parla in modo sottile dei legami di tutte queste problematiche umane con la letteratura e l'identità, con la persona che si finisce per essere. Fin dall'inizio si percepisce lo sguardo della regista, il suo debole per ciò che parla, i libri, il significato intimo che hanno per lei. In questo caso, la sua passione lavora a favore del suo film. Da essa deriva la sincerità della sua opera, quella verità che la percorre, un tono sobrio e insieme passionale. Con ciò, una delle sue grandi virtù sta nel fatto che questo modo di vedere non è solo molto presente nelle decisioni sulla sostanza, ma anche nella forma, cosa raccontare e come raccontarlo. Il film di Elorza non costituisce solo una bella testimonianza di letteratura e di vita, ma anche un'interessante e lucida esplorazione delle possibilità cinematografiche, dei modi di narrare per immagini. Con libertà e fantasia, attraverso le diverse risorse di questa narrazione, dalla congiunzione di singolari materiali visivi, testuali e sonori, costruisce un intero pensiero cinematografico, una voce personale – lirica e insieme riflessiva – attraverso quella confluenza di voci, uno spazio di memoria sentimentale dove si legano passato e presente, storia intima e collettiva, finzione e realtà.

"Ci raccontiamo storie per vivere", scriveva Joan Didion all'inizio di The White Album. A los libros y a las mujeres canto finisce per essere un bellissimo ed emozionante tributo a tutte quelle immagini che ci abitano, a tutte quelle storie ascoltate o vissute, immaginarie o reali, o un misto di tutte queste cose, che ci aiutano a vivere. E anche, al di là delle apparenze, un'indagine personale sul potere e sul significato del cinema, sulla sua capacità di rispecchiare la vita.

A los libros y a las mujeres canto è una produzione della compagnia Txintxua Films.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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