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LONDRA 2023

Recensione: Estranei

di 

- In questo film su uno sceneggiatore solitario e sulle sue fonti di ispirazione e di sofferenza, Andrew Haigh si apre ad un nuovo approccio

Recensione: Estranei
Andrew Scott e Paul Mescal in Estranei

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essenzialmente parla di un uomo che può comunicare con i morti. Adam (Andrew Scott) ha questa capacità grazie a due cose: la sua immaginazione creativa, grazie alla sua professione di sceneggiatore cinematografico e televisivo, in grado di fornire scenari teorici derivati dalla vita reale e da coloro che ha conosciuto; e anche la sua salute mentale vacillante, che fa sì che i suoi test vadano a rotoli. Si è da poco trasferito in un grattacielo di nuova costruzione nella zona est di Londra, in rapida espansione, dove pare dipendere troppo dagli avanzi del cibo cinese da asporto e dal richiamo della TV spazzatura. In ogni caso, essendo un gay single, sembra avere una strana esitazione nei confronti dei modi più ovvi per alleviare la sua solitudine, come le app e la piccola questione del suo vicino di casa Harry, interpretato da Paul Mescal.

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Presentato in anteprima al Telluride prima di passare al New York Film Festival e ora al BFI London Film Festival, Estranei ridà centralità alla carriera cinematografica di Andrew Haigh, dopo i meno riusciti e ampiamente visti Charley Thompson [+leggi anche:
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e The North Water. Nella settimana in cui abbiamo perso il suo grande predecessore britannico Terence Davies, possiamo lodare Haigh come vero poeta della vita gay britannica, e forse anche come  malinconico commentatore della stessa. Estranei, per stravolgere l'idea di moda dell'"eteropessimismo" (cercatelo con Google!), è piuttosto scoraggiato riguardo a ciò che continua ad affliggere gli uomini gay, ed è simpatico e sensibile, ma mai edificante, affermativo o addirittura tendente alla responsabilizzazione, come è di moda nel cinema queer contemporaneo.

È anche bello vedere un film su uno scrittore infelice e bloccato che però non ti fa venire i brividi (a parte Nicolas Cage in Adaptation). All'inizio del primo atto, Adam apre Final Draft e scrive "EXT. SUBURBAN DRIVEWAY" (“Esterno. Stradina di periferia”, ndt), e considerando che Haigh usa il “metodo onirico”  per raccontare questa storia, la maggior parte di ciò che traspare dopo potrebbe essere il racconto di un narratore inaffidabile. Comunque i dettagli dolorosi e le riuscite caratterizzazioni dei suoi genitori (ben interpretati da Jamie Bell e soprattutto da Claire Foy) ci convincono che sta esprimendo qualcosa di molto personale: in particolare la loro morte prematura in un incidente stradale e la loro incomprensibile omofobia. Vediamo Adam che letteralmente "torna a casa", prendendo la ferrovia per tornare in periferia, come fisicizzazione del suo processo di scrittura; ciò che vede sembra un'incarnazione scatenante del mondo "etero" della fine degli anni '80, fortemente discriminatorio rispetto a quello apertamente abusivo.

Con il suo metodo che prevede la sospensione narrativa e l’incertezza, Estranei è molto più incentrato sulla trama rispetto alle opere che hanno fatto conoscere il regista, Weekend [+leggi anche:
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, a volte a suo discapito. Gli ultimi 40 minuti circa forniscono una panoplia di nuove rivelazioni sulla storia che cancellano la precedente sottigliezza della sceneggiatura. Forse il fatto di essere stato realizzato per una mini-major americana come Searchlight (che ora ovviamente è di proprietà della Disney), piuttosto che per A24 o con il denaro pubblico britannico, ha richiesto un ritmo narrativo un po' più incalzante, che paga, dato che pochi spettatori rimarranno disattenti. Si nota tuttavia una qualità eccessivamente impostata, soprattutto nel momento culminante che riguarda il personaggio di Mescal, che rischia ironicamente di allontanarci da tutto e di renderci meno inclini a credere alle grandi scelte registiche e di struttura di Haigh. Per il resto, si tratta di un bel film che conclude tristemente che non c'è amore se non quello di tipo tosto.

Estranei è una coproduzione angloamericana di Searchlight Pictures, Blueprint Pictures e Film4.

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(Tradotto dall'inglese)

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