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SOLETTA 2024

Recensione: Once We Were Pitmen

di 

- Il film di Christian Johannes Koch e Jonas Matuschek si interessa al quotidiano, duro ma ricco di umanità, di un gruppo di minatori che stà per perdere il proprio lavoro

Recensione: Once We Were Pitmen

Selezionato al DOK.fest München, al Sāo Paolo International Film Festival e più recentemente alle Giornate di Soletta dove compete per il Prix du public, Once We Were Pitmen del duo di giovani registi formato da Christian Johannes Koch e Jonas Matuschek non indietreggia di fronte a nulla mostrandoci i piccoli ma decisivi scorci di luce che illuminano il duro lavoro in miniera. Scoperto da pubblico e critica grazie all’acclamato Spagat [+leggi anche:
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intervista: Christian Johannes Koch
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, Christian Johannes Koch torna dietro alla cinepresa accompagnato da Jonas Matuschek, entrambi vincitori, nel 2021, del Kompagnon Fellowship della Berlinale Talents. Il risultato di questa collaborazione è un ritratto toccante e intriso di umanità di un gruppo di minatori che, dopo anni di duro lavoro, si deve confrontare con cambiamenti esistenziali dai risultati inaspettati.

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Filmati durante questo momento cardine, delicato e a fior di pelle, nel quale la fine di un’epoca lascia il posto a cambiamenti non sempre facili da affrontare e accettare, i protagonisti di Once We Were Pitmen si mettono letteralmente a nudo davanti alla cinepresa, liberandosi da una corazza diventata pesante come un macigno. Costretti a rispettare turni di lavoro sfinenti, questi uomini dell’ombra, rinchiusi per ore interminablili nelle viscere della terra, trascorrono le giornate in gruppo, sottoponendo i loro corpi a sforzi difficilmente immaginabili. Eppure, malgrado la durezza di un lavoro che consuma corpo e anima, i protagonisti trovano nella solidarietà, nell’amicizia e nei piccoli teneri gesti del quotidiano la forza per andare avanti.

Marcato da rituali dal sapore catartico: il viaggio in macchina per raggiungere la miniera durante il quale due colleghi e amici si prendono scherzosamente in giro, l’immancabile doccia collettiva che cancella dai loro corpi la polvere di carbone o ancora il balletto incessante di ceste piene di vestiti da lavare che i minatori abbandonano dopo una dura giornata di lavoro, il primo film di Koch e Matuschek trasforma il reale in poesia del quotidiano.

La Polvere nera che si insinua sottopelle come un veleno, i suoni stridenti e i corpi muscolosi che diventano, con il passare degli anni, sempre più appesantiti, tutto ciò fa parte del passato. Alla fine del 2018 la Germania decide infatti di abbandonare l’estrazione del carbone lasciando a casa numerosi lavoratori. Lo stesso anno è marcato dalle proteste per il clima, le famose manifestazioni Friday for the Future. In questo magma incandescente di avvenimenti sociali maggiori, Koch e Matuschek seguono cinque minatori nella loro sconvolgente e toccante ricerca non solo di un nuovo lavoro ma anche di un nuovo scopo nella vita. Cosa rimane di una vita marcata da giornate di lavoro sottoterra, dove la luce si rifiuta di splendere? Cosa fare della propria vita quando la sveglia non suona più?

I protagonisti di Once We Were Pitmen cercano, ognuno a modo suo, di ritrovare uno scopo, un obbiettivo che li spinga ad andare avanti. Malgrado i vividi ricordi di un passato lavorativo marcato dagli sforzi, ma anche da una solidarietà tra colleghi che va bel oltre i cunicoli della miniera, la vita riserva ai protagonisti del film ancora delle belle sorprese. Particolarmente toccante è la storia di Martina, donna trans che ha deciso di continuare a lavorare in miniera malgrado una transizione non facile da spiegare ai colleghi. Accettata malgrado tutto, Martina cerca di riconciliarsi con il suo passato per poter guardare con serenità al futuro. Once We Were Pitmen è un film esteticamente potente illuminato da una galleria di personaggi complessi e, diciamolo pure, divertentissimi, che rinascono in un mondo al quale pensavano di non appartenere più.

Once We Were Pitmen è prodotto da Catpics, elemag pictures, SRF Schweizer Radio und Fernsehen e ZDF Zweites Deutsces Fernsehen.

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