email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SOLETTA 2025

Recensione: When We Were Sisters

di 

- Il secondo lungometraggio di Lisa Brühlmann è un film sull’adolescenza e sulle difficoltà del diventare grandi in un mondo di adulti che sta per scoppiare, travolto da emozioni incontrollabili

Recensione: When We Were Sisters
Paula Rappaport e Malou Mösli in When We Were Sisters

Sette anni dopo il successo del suo primo lungometraggio Blue My Mind [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Lisa Brühlmann
intervista: Luna Wedler
scheda film
]
, la regista, sceneggiatrice e attrice svizzera Lisa Brühlmann ha presentato in anteprima allo Zurich Film Festival e più recentemente alle Giornate di Soletta nella sezione Panorama, un nuovo dramma sull’adolescenza, sul diventare grandi in un mondo di adulti percepito come ostile. When We Were Sisters [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
mette in scena senza tabù una famiglia ricostituita che tenta con tutte le sue forze di mantenere insieme i pezzi di un sogno che si sta trasformando in incubo. Che si tratti di adolescenti o di adulti, i protagonisti e soprattutto le protagoniste di When We Were Sisters sono magnificamente ammaccati, feriti da una vita che non riescono più a controllare. Vittime loro malgrado di cambiamenti radicali che devono coscientemente o incoscientemente affrontare, le protagoniste e i protagonisti dell’ultimo film di Brühlmann lottano per rimanere a galla.

Il film è ambientato nel 1996, un’epoca al contempo vicina e lontana nella quale i cellulari non avevano ancora colonizzato il nostro quotidiano. Valeska (Paula Rappaport), 15 anni, parte con sua mamma Monica (interpretata dalla regista stessa), il suo nuovo compagno, Jacques (Carlos Leal, cofondatore del gruppo hip hop Sens Unik), e la figlia di quest’ultimo, Lena (Malou Mösli), per Creta dove passano le vacanze estive. In un primo momento, Valeska prova per Lena dei sentimenti contrastanti che vanno dalla diffidenza all’odio. La loro relazione evolve però in modo positivo trasformandole in vere e proprie sorelle, complici e testimoni di un mondo di adulti che sta cadendo a pezzi. La relazione tra la madre di Valeska e il padre di Lena peggiora infatti vertiginosamente mettendo in evidenza le fragilità di ognuno, le piccole e grandi manie che da inoffensive diventano insopportabili e sgraziati difetti. Grazie anche a Lena, Valeska si rende conto che, per trovare sé stessa, deve emanciparsi dalla madre e rinunciare allo stesso tempo al suo sogno di ritrovare una stabilità famigliare che non ha mai conosciuto.

Il rapporto tra Valeska e sua madre è complesso, soffocante e autodistruttivo per entrambe. Ossessionata dal fatto di non essere la madre perfetta che sognerebbe di essere, Monica scarica tutta la sua frustrazione sulla figlia, sorta di materasso sul quale ricade pesantemente, come impazzito, tutto il suo dolore. Convinta, forse, di guarire il suo malessere interiore grazie ad una nuova relazione vissuta come se fosse la sola via d’uscita, Monica tesse con il suo compagno una relazione fusionale dalla quale la figlia è esclusa. Mentre i due adulti sembrano assorbiti dal loro idillio nascente, Valeska e Lena devono imparare a conoscersi, a scrivere insieme la storia della propria vita.

Malgrado un quadretto famigliare in apparenza tranquillo, si avverte da subito che qualcosa ribolle sotto la superficie, un pericolo che da latente diventa sempre più tangibile. Monica esprime fin dall’inizio la paura che sua figlia possa distruggere l’amore nascente con il suo nuovo compagno, come se quest’ultima fosse un peso che la vita le ha messo sulle spalle, forse per punirla. Jacques, da parte sua, cerca invece di creare un’armonia famigliare inglobando tutti e tutte in una quotidianità vacanziera che riesce però difficilmente a gestire. Valeska soffre, in silenzio, incapace di esprimere un malessere che fa ormai tristemente parte di lei. Inaspettatamente, sarà proprio il nuovo legame di amicizia e solidarietà con sua “sorella” a salvarla da un abisso che sembra volerla risucchiare.

Capitanato da attori e attrici incredibilmente convincenti When We Were Sisters è un film sull’amore e il perdono ma anche sull’accettazione di emozioni negative che la società considera inaccettabili. Monica non riesce in effetti a interpretare il ruolo della “buona madre”, naturalmente calma e pacata, pronta a sacrificare la sua vita per sua figlia. Il rapporto che tesse con Valeska è più ambiguo e oscuro, frutto di angosce profonde che non riesce (più) a tenere sotto controllo. Che si tratti di maternità o di adolescenza, When We Were Sisters non nasconde il lato oscuro dell’umanità e questo, di per sé, è già un grande traguardo.

When We Were Sisters è prodotto dalla svizzera Zodiac Pictures, dalla greca Filmiki Productions e dalla SRF Schwaizer Radio und Fernsehen.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy