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SOLETTA 2025

Recensione: Quir

di 

- Il nuovo lungometraggio di Nicola Bellucci mette in scena, con coraggio e una vagonata di tenerezza, dei personaggi a fior di pelle che lottano per esistere in un mondo che vorrebbe dimenticarli

Recensione: Quir
Ernesto Tomasini in Quir

Dopo il successo di Nel giardino dei suoni, Grozny Blues [+leggi anche:
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e più recentemente Il mangiatore di pietre [+leggi anche:
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, Nicola Bellucci torna a filmare il reale, a puntare la sua cinepresa verso personaggi che dai margini si spostano al centro della scena per raccontare storie nella quali sono finalmente protagonisti. Selezionato in festival quali il Florence Queer Festival e il Roma International Documentary Festival, Quir [+leggi anche:
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sbarca alle Giornate di Soletta dove compete per il Premio del pubblico.

Accolto proprio a Soletta con una lunga standing ovation, Quir è un film che fa bene, un omaggio al contempo doloroso e spensierato a quanti e quante hanno deciso di liberare sé stessi dall’oppressione di una società che tenta in tutti i modi di schiacciare ogni forma di ribellione. Quir è una fiera rivendicazione di un’anormalità vissuta con orgoglio e non più con vergogna, un viaggio travolgente nel cuore di una comunità che ha deciso di uscire allo scoperto per gridare il proprio diritto di esistere. Con il suo ultimo film, Bellucci sembra incitarci a guardare il mondo attraverso gli occhi delle sue queens, un mondo colorato che si nutre di solidarietà e accettazione, tolleranza e una catartica dose di umorismo. Il loro corpo diventa ricettacolo e archivio di un passato fatto di dolore e violenza ma anche di spensieratezza e libertà, di lotte per difendere il diritto ad essere sfacciatamente diversi e diverse in un mondo che ci vorrebbe tutti e tutte mansueti e obbedienti.

A Palermo, c’è un negozio di pelletteria che non ha eguali chiamato Quir, un luogo fatto d’amore e tolleranza che sfida ogni forma di discriminazione. I proprietari di questo confessionale per anime alla ricerca di solidarietà e tenerezza sono Massimo e Gino, una coppia che resiste da quarantadue anni e che è diventata, per tutta una generazione, un modello di lotta in difesa dei diritti della comunità LGBTIQ+. Il loro piccolo negozio è diventato infatti un punto d’incontro imprescindibile di tutta la comunità locale, un luogo unico dove ognuno è accolto per quello che è, senza giudizio alcuno, in un moto di cura e tolleranza che si oppone al dominio violento della cultura patriarcale siciliana nella quale vivono.

In chiave decisamente camp, i protagonisti e le protagoniste di Quir trasformano il dolore e la violenza in gioioso ed esagerato inno alla diversità. Le loro storie si intrecciano formando un intricato ma stupendamente armonico ricamo, un insieme di corpi feriti ma indomiti che da groviglio diventano arabesco colorato. Quir è un film che celebra la vita malgrado la morte aleggi terribilmente sulle teste di tutti e tutte quelle che hanno deciso di lottare per difendere i propri diritti, per riconquistare la propria dignità.

Bellucci mette in scena una rinascita, un’utopia che, cullata e nutrita tra le accoglienti mura del negozio di Massimo e Gino, si impossessa delle strade. Meravigliose in questo senso le immagini della Pride di Palermo, vero e proprio momento sospeso nel quale corpi normalmente considerati come anomali, per non dire mostruosi si mostrano pubblicamente in tutto il loro maestoso splendore. Sì, perché sono proprio i corpi i protagonisti incontrastati di Quir, dei corpi che diventano cartografie di lotte per la difesa di identità non conformi, di amori considerati come abietti, di scelte di vita che non rispettano le regole. I corpi filmati da Bellucci si sono ribellati a qualsiasi canone, a qualsiasi normalizzazione esprimendo letteralmente sulla loro pelle quello che si nasconde nel cuore. Con un’infinita tenerezza e rispetto, il regista filma Charly, la diva di Hollywood, che si acconcia i capelli o che asciuga dopo la doccia il suo corpo che sta invecchiando, Ernesto Tomasini e le stupende trasformazioni drag queenesche o Vivian, coraggiosa donna transgender mentre, vestita da angelo nero con dei magnifici stivali in latex, accarezza il proprio corpo tra le strade oscure di Palermo. Con Quir Bellucci trasforma il cinema in atto politico, in manifesto in favore di una queerness ribelle, scanzonata e rivoluzionaria che spinge a lottare nella gioia anziché nel dolore, che incita ad abbandonare il proprio ruolo di vittime per trasformarsi in vere regine.

Quir è prodotto da soap factory e SRF Schweizer Radio und Fernsehen.

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