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FILMFEST MÜNCHEN 2025

Recensione: The Exposure

di 

- Thomas Imbach scaraventa il pubblico in un mondo al contempo iperrealista e fantastico nel quale le apparenze possono essere ingannevoli

Recensione: The Exposure
Deleila Piasko in The Exposure

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intervista: Thomas Imbach
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, il regista svizzero Thomas Imbach presenta in prima mondiale nel concorso CineMasters del Filmfest München il suo ultimo lungometraggio The Exposure, un viaggio sorprendente nella mente di una ragazza costretta a seguire le regole di una società che considera le donne come moneta di scambio. Inspirato al racconto di Arthur Schnitzler Fräulein Else, The Exposure è stato interamente girato in studio con delle proiezioni 3D su pellicola da 16 mm. Questa scelta estetica regala al film un’atmosfera al contempo estatica e iperrealista, lisergica e sognante.

Le vacanze estive di Lili (interpretata dalla brillante Deleila Piasko), ospite di una ricca zia con la quale non ha niente da spartire, prendono una piega inaspettata quando sua madre la spinge a chiedere a Dorsday, un amico di famiglia molto più vecchio di lei, di prestargli una somma importante di soldi per impedire che il padre finisca in prigione. Quella notte, nel momento in cui, disgustata di sé stessa cerca di soddisfare la richiesta della madre, la ragazza perde non solo la sua dignità ma anche tutto ciò in cui ha sempre creduto.

Malgrado le limitazioni imposte da una società eteropatriarcale nella quale le donne non possono permettersi il lusso di decidere come vivere la propria vita, la protagonista, Lili, sogna di poter agire concretamente sulla realtà che la circonda. I suoi pensieri, i suoi sogni ma anche le frustrazioni con le quali deve fare i conti al quotidiano, sembrano manifestarsi come per magia nel suo presente rendendo espliciti i suoi pensieri via un’intrigante e onnipresente voce fuori campo. Cosa significa la parola “libertà” in una società che non permette alle donne di esprimere i propri bisogni? Lili sembra aver trovato nell’immaginazione, nella fuga onirica, una valvola di sfogo, un’amica con la quale dialogare in privato, nella sua mente, in uno spazio-tempo alternativo dove tutto sembra possibile. Quello che sorprende e destabilizza nel film di Imbach è proprio l’accesso privilegiato che lo spettatore ha ai pensieri che abitano il mondo interiore della protagonista. Grazie a questo commento costante, a questo incessante monologo interiore, è come se il pubblico entrasse direttamente nella testa di Lili, come se le motivazioni reali delle sue scelte fossero esplicitate dalla diretta interessata. Grazie a questo “stratagemma”, il contrasto fra le sue azioni e i suoi pensieri diventa evidente rendendo molte scene a tratti comiche, quasi assurde. Malgrado debba seguire delle regole che non gli si addicono affatto, Lilli non rinuncia al suo spirito anticonformista e ribelle ed è giustamente questo suo lato nascosto ad essere messo in avanti grazie ai commenti fuori campo.

Il periodo storico nel quale si svolge la vicenda sembra per molti versi lontano dal nostro, un mondo fatto di regole e convenevoli da rispettare con devozione e sottomissione. Quello che lega però passato e presente è la smania di libertà di Lili, il suo giudicare la società borghese nella quale è costretta a vivere con violenta lucidità. Questi sentimenti sono quelli che ancora oggi molte donne vivono, delle donne che, come Lili, si dibattono per non essere inghiottite dal silenzio.

The Exposure è un film sorprendente che chiede al pubblico di abbandonare le proprie abitudini, di lasciarsi andare ad un’esperienza narrativa altra, a tratti surreale che, parlando del passato ci fa riflettere sul presente.

The Exposure è una coproduzione tra la svizzera Okofilm e la britannica Prestige Films Limited, con la SRF e SRG SSR.

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