SAN SEBASTIAN 2025 New Directors
Recensione: Redoubt
di Jan Lumholdt
- Denis Lavant brilla nel ruolo di un uomo dalla testa dura che trasforma la sua casa in una fortezza, in Svezia durante la Guerra Fredda, nel primo lungometraggio di finzione di John Skoog

"Quanta più terra, cemento o altro materiale c’è tra te e la superficie su cui potrebbe cadere la polvere radioattiva, tanto migliore sarà la fortezza", si legge in un passaggio dell'edizione del 1961 di Om kriget kommer (lett. In caso di guerra), un opuscolo iconico distribuito alle famiglie svedesi tra il 1943 e il 1991. I titoli di testa di Redoubt [+leggi anche:
intervista: John Skoog
scheda film] di John Skoog, presentato in anteprima nella sezione New Directors del 73mo Festival di San Sebastian, illustrano e spiegano proprio questo paragrafo, stabilendo inequivocabilmente l'urgenza, durante la Guerra Fredda, di essere preparati a qualsiasi eventualità, anche in Svezia, un paese neutrale, anche se per alcuni più che per altri, come vedremo.
Presentato come il primo lungometraggio di finzione di Skoog, Redoubt condivide alcuni tratti con il suo debutto cinematografico del 2019, Ridge [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film], un documentario poeticamente eccentrico e discreto ambientato in un contesto rurale vagamente mitologico. Leggermente più lineare, Redoubt si muove in territori simili, impreziositi da un'abile fotografia in bianco e nero firmata dall’esperta DoP Ita Zbroniec-Zajt (che ha girato anche Ridge) e da un'interpretazione magistrale del celebre attore francese Denis Lavant, una scelta di casting tanto curiosamente improbabile quanto decisamente geniale.
Il protagonista e nucleo di questo racconto di vita reale è un certo Karl-Göran Persson, uno dei più instancabili costruttori di fortezze nucleari del suo tempo, ovvero dagli anni '40 agli anni '70. Persson, un umile bracciante agricolo nella Svezia meridionale, trascorse la maggior parte del suo tempo, per oltre quarant'anni, a fortificare la sua casa utilizzando ogni possibile e immaginabile oggetto su cui riuscisse a mettere le mani, inclusi parabrezza di motociclette, padelle, secchi, binari ferroviari (!) e tanto cemento – il tutto nel caso in cui il famoso "pulsante rosso" fosse stato attivato. La sua storia è pressoché sconosciuta, completamente diversa da quella di Onoda, il leggendario soldato giapponese della Seconda guerra mondiale che trascorse più o meno lo stesso periodo credendo che la guerra fosse ancora in corso. Nonostante le circostanze e i luoghi nettamente diversi, è molto probabile che i due vivano su isole vicine.
Viene in mente anche una memorabile commedia di Stanlio e Ollio, Teste di legno, in cui Stanlio rimane di stanza in una trincea della Prima guerra mondiale per vent'anni. Come alcuni sapranno, Denis Lavant è un esperto di pantomima e cinema comico classico, un'incarnazione contemporanea dei vecchi Marceau, Harpo e Hulot. In Redoubt, Skoog lo fa recitare praticamente ogni scena come se fosse un tableau amorevolmente concepito in questa tradizione. Particolarmente commovente è vedere Karl-Göran vestito con i suoi abiti migliori della domenica durante la funzione religiosa, cantare lodi e devozione al lavoro fisico per amore del Signore. È un luteranesimo nordico inflessibile, che pulsa in ogni fibra del suo corpo. Diverse scene spensierate con i giovani del posto (uno dei quali funge anche da narratore fuori campo in stile coro greco) lasciano intendere la prospettiva fondamentalmente infantile di Karl-Göran. Gli adulti scuotono la testa e ridono della sua insistenza, ma lasciano in pace quel tipo fondamentalmente simpatico. Lavant, il cui svedese memorizzato foneticamente e con un accento marcato enfatizza ulteriormente la natura anticonformista di Karl-Göran, rivaleggia probabilmente con Stéphane Audran ne Il pranzo di Babette, se si vogliono confrontare esempi di eccellenza francese nel cinema nordico. In ogni caso, qui è magistrale.
La casa di Karl-Göran Persson è ancora in piedi, sebbene sia sempre più fatiscente. Da allora, gli esperti militari hanno continuato a dibattere sulla sua efficacia come rifugio. Come opera architettonica, si colloca a metà strada tra il Bauhaus e il Funzionalismo da un lato, e i progetti di Vilks e Hundertwasser dall'altro. È una creazione singolare di un creatore singolare, letteralmente.
Redoubt è una coproduzione svedese-danese-olandese-polacca-finlandese-britannica-svizzera guidata dalla compagnia svedese Plattform Produktion, con la coproduzione di Film i Väst, Film i Skåne, SVT, BCD Film, Bufo, Lemming Film, Paloma Productions e Madants. Le vendite del film sono affidate a Coproduction Office.
(Tradotto dall'inglese)
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