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CANNES 2017 Concorso

A Beautiful Day: gli specchi frantumati degli angeli

di 

- CANNES 2017: La scozzese Lynne Ramsay passa New York sotto la lente cupa di un thriller ruvido, con una regia brillante ed un immenso Joaquin Phoenix

A Beautiful Day: gli specchi frantumati degli angeli
Joaquin Phoenix in A Beautiful Day

Un uomo che si infila in strade strette e uscite di soccorso, che nasconde il proprio indirizzo ed il proprio viso, mangiato da una barba grigia, un uomo assalito dai flash dolorosi di un passato da bambino maltrattato, da ex soldato e membro dell’FBI, un uomo che soffoca gli altri e se stesso nei bassifondi di New York, un uomo che non sa dove andare e che ha cancellato chi era un tempo, un uomo che non esita, se necessario, a far male nell’esercizio del suo mestiere, che consiste nel recuperare delle giovani ragazze scomparse negli abissi della città. È attorno a quest’uomo, simbolo dei disordini della civiltà americana e interpretato da un Joaquin Phoenix in stato di grazia, che la scozzese Lynne Ramsay ha concentrato il coinvolgente A Beautiful Day [+leggi anche:
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Q&A: Lynne Ramsay
scheda film
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, ultimo titolo in concorso al 70° Festival di Cannes. Rendendo omaggio in particolare a Taxi Driver di Martin Scorsese, la cineasta confeziona un thriller unidimensionale, che non deraglia mai dal suo binario tenebroso di specchio frantumato, affacciato sullo sfondo, appena abbozzato, di un mondo in stato di avanzata decomposizione, un mondo in cui è scattato il conto alla rovescia.

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"Potresti giusto chiamarmi direttamente come una persona normale”. Eppure, il capo di Joe (Joaquin Phoenix), sa bene che questo suo segugio dalle sembianze di orso, che condivide la vita soltanto con l’anziana madre (che guarda in televisione Psycho, tra le risate del figlio), non ha nulla di una persona normale. Ma cosa importa, Nina (Ekaterina Samsonov), la figlia di un senatore in piena campagna elettorale che spera di essere rieletto, è scappata di casa e bisogna ritrovarla con discrezione, tanto più che non è la prima volta che la ragazzina scompare, e una chiamata anonima ha localizzato la tredicenne in un palazzo dalla pessima reputazione. Dopo qualche preparativo, alcuni sopralluoghi e una paziente attesa, Joe si introduce nell’edificio, lungo la strada si sbarazza con un colpo di martello di due guardie e di un visitatore nudo e mascherato, e recupera la biondina diafana e muta. Un salvataggio violento, mostrato attraverso le camere di sorveglianza, che scatena una spirale caotica quando il padre di Nina si suicida quella stessa notte, delle grosse braccia insanguinate si rimpossessano dell’adolescente, e il cerchio si chiude sulle persone care a Joe, che ha toccato alla radice i mali di una città in cui l’innocenza viene sacrificata sull’altare degli scambi.

Straordinariamente girato, con uno strabiliante lavoro del direttore della fotografia Thomas Townend, A Beautiful Day evita una a una le trappole spesso fatali in cui cadono i cineasti europei quando cercano di avventurarsi nel lato oscuro del magma newyorkese. Disdegnando una linea narrativa classica e indicando anche le coincidenze della trama, la regista compie una scelta piuttosto radicale, che senza dubbio infastidirà i sostenitori di un quadro generale solidamente argomentato. Ma ciò che davvero interessa qui è la rappresentazione di un uomo profondamente turbato, un Travis Bickle dei giorni nostri, in lotta contro i propri demoni e che proietta la propria sofferenza su un ambiente marcio, dove i poliziotti non fanno il loro lavoro, i vecchi compagni d’armi si affrontano per conto di forze occulte dominanti, e dove le peggiori infamie si compiono sotto la superficie di un dolce ritornello. Va sottolineato infatti il grande contributo dato dalla musica di Johnny Greenwood alla riuscita della pellicola. Un film teso come un arco che mira il cuore di un oscuro bersaglio.

Prodotto dalla società francese Why Not, in partnership con le britanniche Sixteen Films, BFI, Film4 e JW Films, e con gli americani di Amazon Studios, A Beautiful Day è distribuito nelle sale internazionali da IMR-Insiders.

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(Tradotto dal francese)

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