email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Rä di Martino • Regista

La Controfigura è un film fuori dalle righe”

di 

- A colloquio con la regista de La Controfigura, Rä di Martino, premiato con l’Eurimages Lab Project Award al Karlovy Vary Film Festival

Rä di Martino • Regista
(© La Biennale di Venezia / foto ASAC)

La Controfigura [+leggi anche:
trailer
intervista: Rä di Martino
scheda film
]
, opera prima di Rä di Martino, è stato premiato al Karlovy Vary Film Festival con l’Eurimages Lab Project Award, riconoscimento che viene assegnato a film in produzione o post-produzione (leggi la news). Selezionato come work in progress tra 100 coproduzioni europee come progetto realizzato al di fuori dei classici schemi cinematografici, il film è stato premiato da Eurimages con 50.000 €. La Controfigura racconta la storia di una troupe italiana a Marrakech che cerca di realizzare il remake del film statunitense del 1968 Un Uomo a Nudo (titolo originale The Swimmer) diretto da Frank Perry. Nel cast del film di Rä di Martino compaiono Valeria Golino, Corrado Sassi e Filippo Timi, che interpreta un personaggio ispirato al Burt Lancaster del film originale. Il film è una coproduzione tra Italia, Svizzera e Francia di Dugong Films con Produzioni Illuminati, In Between Art Film (Italia), Snaporazverein (CH) e Haut les mains (Francia). E’ venduto da Slingshot Films. La Controfigura è statopresentato alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Cinema nel Giardino.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: Sei un’artista delle arti visive che lavora con diversi materiali e su vari supporti. Perché un esordio al lungometraggio con questo omaggio ad un film culto degli anni Sessanta?
Rä di Martino:
The Swimmer è un film molto amato da tanti artisti, che ne hanno tratto ispirazione, anzi direi un po’ rubacchiato. Lavoro sulle cose che già esistono, siamo talmente invasi da materiale mediatico che l’idea di inventare qualcosa di nuovo è ormai obsoleta. Ho fatto anche opere di videoarte, che sono anche un po’ cortometraggi perché ho sempre usato veri attori, ma poco narrativi. Sono lavori piuttosto di decostruzione, pensati per luoghi museali. Però hanno partecipato ai film festival, giocando un po’ in entrambi i territori. Negli anni sapevo che  prima o poi avrei fatto un passo verso il film.  La Controfigura doveva essere il mio film “normale”, completo di sceneggiatura e tutto il resto ma… non ce l’ho fatta! Non ho scritto nemmeno la sceneggiatura, con tutte le conseguenze, perché questo significa non avere la possibilità di richiedere finanziamenti pubblici e cercare dunque solo fondi privati. Niente “interesse culturale”, perché era un film girato in Marocco su un film americano.

Ed è stato difficile trovare finanziamenti, nonostante la presenza di due attori come Valeria Golino e Filippo Timi?
Conosco Filippo da tempo, abbiamo già collaborato, ha capito e letto tra le righe del progetto, mentre a Valeria Golino abbiamo pensato più tardi, cercando chi potesse interpretare la star italiana. E’ stata molto gentile e disponibile. Mi ha aiutato molto l’aver girato in precedenza The Show MAS Go On, perché lei è molto amica di Iaia Forte, che interpretava il mio documentario del 2014. Valeria si è lanciata nel nulla, in un progetto con pochi soldi. I due attori marocchini, Nadia Kounda e Younès Bouab, sono famosi in patria. Ma essendo il film così fuori dalle righe, abbiamo dovuto trovare sponsor, fondazioni e coproduzioni con altre società indipendenti piuttosto piccole. Siamo andati sul set e a metà delle riprese abbiamo avuto la sorpresa del premio Eurimages che è cascata dal cielo perché era esattamente quello che ci serviva in quel momento.

Il film è stato premiato da Eurimages per il suo “approccio visuale sperimentale e ironico a una narrazione innovativa, e per trovarsi in bilico tra arte e film”. Hanno colto la sua essenza?
Sai come sono i pitch dei premi... il progetto non era per niente facile da descrivere, è uno di quei film per i quali è più semplice trovare i soldi dopo averlo girato. Cercavo sempre di spiegare: è un finto remake ma anche un po’ un backstage, ma nessuno capiva… C’è un uomo un po’ in crisi che non fa l’attore e balbetta… era piuttosto inesprimibile. Puntavo molto sui premi di postproduzione!

Come sta andando la distribuzione del film in Italia?
Abbiamo la Slingshot Films di Trieste, specializzata in art-house extreme, che coraggiosamente ci vende e distribuisce, mentre alcuni musei che aderiscono all’AMACI–Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani che hanno un auditorium o sono in rapporto con una sala cinematografica, hanno organizzato delle proiezioni ad evento: il MAXXi a Roma, la GAMeC a Bergamo con il Lab80, e altri. Un circuito di circa 14 sale che è iniziato subito dopo la premiere mondiale alla Mostra di Venezia. Ora con Slingshot puntiamo maggiormente sui cinema, a serate-evento con la mia presenza. E’ questa l’unica realtà distributiva possibile per i film come il mio. Abbiamo ancora tante date in programma in festival, cinema e musei.

A cosa stai pensando per il futuro?
Ho in programma di girare un documentario su Roma, la prossima primavera-estate, e poi ho un soggetto di fiction da cui spero di realizzare presto una sceneggiatura, mi sto impegnando, anche se pure questo è assurdo come La Controfigura...

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy