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Fabrizio Mosca • Produttore

"Competere a livello internazionale"

di 

- Come general manager di Titti Film, Fabrizio Mosca non esita a partecipare a progetti europei

Il successo de I cento passi di Marco Tullio Giordana - 5 David di Donatello Awards e una nomination ai Golden Globe - ha portato il produttore Fabrizio Mosca sotto i riflettori. Come general manager di Titti Film, Mosca non ha esitato a partecipare ad altri progetti europei, come Aqua e Sal, della celebre regista portoghese Teresa Villaverde, la coproduzione italo-svizzera Sotto falso nome di Roberto Ando, fino a Nuovomondo [+leggi anche:
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Dopo il grande successo de I cento passi, Titti Film ha coprodotto dei film con altri paesi. Crede che l'attuale sistema di accordi di coproduzione possa rappresentare un modello efficace per rilanciare l'industria del cinema europea?
Fabrizo Mosca: Personalmente, penso che il sistema di accordi di coproduzione esiste ormai da molti anni e sicuramente ha contribuito positivamente alla realizzazione di film che altrimenti non sarebbero esistiti penso a film particolarmente ambiziosi in termini produttivi o film con un particolare valore artistico che si sono realizzati unendo le forze. Penso altresì che questi accordi sono anche uno stimolo a realizzare progetti che abbiano le qualità per competere a livello internazionale. Questo sistema, a mio avviso, però rimane insufficiente per rilanciare l’industria Europea deve essere accompagnato da politiche nazionali e internazionali di aiuto allo sviluppo dell’industria cinematografica nel suo complesso.
In Italia in particolar modo, la situazione è molto preoccupante. I dati sono palesi a tutti, la nuova legge porta in sé difetti gravissimi e non è riuscita a risolvere una crisi che da anni ormai relega il nostro cinema i margini della produzione internazionale. Finché non sarà votato un sistema legislativo (e penso come esempio illuminato al sistema francese nel suo complesso) che permetta al cinema di autofinanziarsi, non vedo come il pur efficace sistema delle coproduzioni internazionali possa da solo risolvere le problematiche intrinseche al nostro sistema cinema.

Come è arrivato all'ultimo progetto, Nuovomondo e, in generale, con quali criteri sceglie i progetti da sviluppare?
La scelta di lavorare con Emanuele si è profondamente radicata in me, appena sono uscito dal cinema dove vidi ormai 4 anni fa Respiro. Raramente infatti sono stato così colpito da un film per la forza del racconto e per l’originalità attraverso la quale le immagini raccontano emozioni. Golden Door era una sceneggiatura di rara e straordinaria forza evocativa ed è diventato un film che farà molto parlare di sé per la sua magia , la sua forza e per l’attualità dei temi che affronta.

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