Semaine - Depuis qu'Otar est parti
- La nostalgia del passato e l'apertura ad Ovest nelle ex repubbliche sovietiche. Una fusione possibile nel film intimista di Julie Bertuccelli
Lontano dai riflettori della competizione ufficiale è stato presentato un film intimista molto affascinante. Depuis qu'Otar est parti, opera prima della promettente Julie Bertuccelli, è una coproduzione franco-belga in cartellone alla Semaine de la Critique. Assitente alla regia di Krzysztof Kieslowski e di Otar Iosseliani la giovane regista francese ha scelto come scenario del film la Georgia e come personaggi tre generazioni di donne che amano la Francia.
Una nonna, una mamma e una figlia di 25 anni stentano a vivere nella Georgia di oggi e fantasticano su Parigi, dove il parente Otar è andato a cercare lavoro. Ma la morte accidentale di questo personaggio, invisibile nel film, proietta le tre donne in un mondo fatto di mensogne, dal quale fuggiranno con un viaggio verso la mitica capitale francese.
Il racconto, una commedia drammatica realizzata con delicatezza, riesce a trasmettere le emozioni della solidarietà femminile e il disagio delle ex repubbliche sovietiche, dove la nostalgia del passato si fonde con il sogno dell'Occidente.
Questa coproduzione tra la francese les Films du Poisson e la belga
Entre Chien et Loup conferma la solidità dell'alleanza tra i due Paesi per diffondere un buon cinema d'autore. Una solidità rafforzata quest'anno a Cannes dalla presenza alla Quinzaine des réalisateurs di Des Plumes
dans la tête di Thomas de Thier e di
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scheda film] di Solveig Anspach e Mille Mois di Faouzi
Bensaïdi al Certain Regard.
(Tradotto dal francese)
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