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IFFR 2017 Francia

Il cinema francese inonda Rotterdam

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- Una quarantina di produzioni e coproduzioni francesi recenti sono in programma alla 46a edizione del festival di Rotterdam

Il cinema francese inonda Rotterdam
Rey di Niles Atallah

Il programma del 46° Festival di Rotterdam, che si apre oggi e terminerà il 5 febbraio, è una nuova occasione per constatare l’enorme coinvolgimento dell’industria cinematografica francese nella produzione di film da tutto il mondo.

In competizione quest’anno per le Tigri figura una produzione maggioritaria francese: Rey [+leggi anche:
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di Niles Atallah, prodotta dalla società parigina Mômerade con il Cile, i Paesi Bassi, la Germania e il Qatar, è stato anche sostenuto dall’Aiuto ai Cinema del Mondo del CNC. E’ in lizza pure la  coproduzione minoritaria La Mer morte (The Burglar) [+leggi anche:
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di Hagar Ben Asher, coprodotta da Les Films du Poisson con Israele e Germania.

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Il lungometraggio franco-belga Chez nous [+leggi anche:
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intervista: Lucas Belvaux
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di Lucas Belvaux (prodotto in delegato da Synecdoche, coprodotto fra gli altri da France 3 Cinéma, e venduto nel mondo da Le Pacte) sarà in corsa per il Big Screen Award e avrà la sua prima mondiale nella sezione Voices. In menù figurano inoltre la produzione maggioritaria francese The Wedding Ring [+leggi anche:
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 di Rahmatou Keïta e i minoritari La ragazza del mondo [+leggi anche:
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intervista: Marco Danieli
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, The Road to Mandalay [+leggi anche:
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intervista: Midi Z
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e L'Ornithologue [+leggi anche:
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intervista: João Pedro Rodrigues
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Nella sezione Bright Future dedicata ai talenti emergenti spiccano fuori concorso tre produzioni maggioritarie francesi: Heis (Chroniques) [+leggi anche:
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di Anais Volpé, Wùlu [+leggi anche:
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di Daouda Coulibaly (apprezzato a Toronto) e il documentario Where Is Rocky II? [+leggi anche:
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di Pierre Bismuth. Li accompagnano le coproduzioni minoritarie Burning Birds [+leggi anche:
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del cingalese Sanjeewa Pushpakumara (prima europea), Mimosas, la voie de l’Atlas [+leggi anche:
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intervista: Oliver Laxe
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dello spagnolo Oliver Laxe e By the Time It Gets Dark [+leggi anche:
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della thailandese Anocha Suwichakornpong.

Nel programma Limelight saranno proiettati Orpheline [+leggi anche:
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di Arnaud des Pallières, Grave [+leggi anche:
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di Julia Ducournau, Riparare i viventi [+leggi anche:
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di Katell Quillévéré, Personal Shopper [+leggi anche:
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intervista: Artemio Benki
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di Olivier Assayas e Rester vertical [+leggi anche:
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di Alain Guiraudie, oltre ai minoritari Sieranevada [+leggi anche:
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La sezione A Band Apart ha selezionato Compte tes blessures [+leggi anche:
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di Morgan Simon e Nocturama [+leggi anche:
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di Bertrand Bonello, mentre Le Serpent aux mille coupures [+leggi anche:
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di Eric Valette avrà la sua prima mondiale nel programma Criss Cross e la sezione Signature conta tre produzioni maggioritarie francesi La mort de Louis XIV [+leggi anche:
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di Albert Serra, Un rêve solaire [+leggi anche:
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di Patrick Bokanowski e Belle Dormant [+leggi anche:
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di Adolfo Arrieta.

Si segnalano infine il lungometraggio franco-israeliano The Wonderful Kingdom of Papa Alaev [+leggi anche:
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del duo Noam Pinchas - Tal Barda nel programma Scopitone, la coproduzione minoritaria Noces [+leggi anche:
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intervista: Stephan Streker
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a IFFR Live e ancora la mini-serie Au-delà des murs di Hervé Hadmar a Voices.

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(Tradotto dal francese)

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