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SPAGNA

“No, razzista proprio no”

di 

- Pedro Almodovar respinge le accuse di Tahar Ben Jelloun. Lo scrittore marocchino aveva definito “anti-arabo” il regista che aveva declinato l’invito del Festival di Marrakech

“Assurda, stupida, insultante e fuori dalla realtà". Pedro Almodovar, Oscar 2002 per il miglior film straniero, ha risposto così, senza mezzi termini, allo scrittore e giornalista marocchino Tahar Ben Jelloun che lo aveva attaccato in una lettera aperta pubblicata martedì scorso sul quotidiano catalano “La Vanguardia”.
Lo scrittore aveva accusato di razzismo il regista spagnolo che aveva declinato l’invito a presenziare al Festival Internazionale del Cinema di Marrakech in occasione del quale era stata prevista una retrospettiva in suo onore. “Sono veramente molto occupato in questo periodo – ha affermato Almodovar all’agenzia di stampa spagnola ABC -. Per un momento ho creduto che questo fosse solo un brutto scherzo”.
“Almodovar – aveva scritto Ben Jelloun – fa parte di un sempre più alto numero di spagnoli con pregiudizi anti-arabi. Ha subito pressioni mediatiche e politiche dal premier spagnolo José Maria Aznar.”
Tahar Ben Jelloun si riferiva probabilmente alle relazioni tra i due paesi che negli ultimi dodici mesi si sono inasprite a causa delle immigrazioni illegali tra il Nord del Marocco e il Sud della Spagna.
Almodovar da parte sua ha espresso gratitudine agli organizzatori del festival marocchino spiegando che la sua decisione di non partecipare alla presentazione della retrospettiva era legata a motivi “professionali e personali”. Ha poi aggiunto di non avere accettato nemmeno gli inviti dello scorso agosto a Telluride (Usa), a Toronto e a Gerusalemme e che questo mese non sarebbe andato nemmeno a Rio de Janeiro e in Islanda, dove è stato invitato in occasione della proiezione del suo ultimo film Parla con lei.
Almodovar ha rifiutato seccamente l’accusa di razzismo mossa da Ben Jelloun. “Sono totalmente a favore degli scambi tra culture – ha concluso il regista spagnolo – io adoro il popolo marocchino. Ricordo ancora il giorno in cui ho visto per prima volta la piazza di Yeam el Fna a Marrakesh. E’ stata una delle emozioni più forti della mia vita. Ogni cosa che esprimo nei miei film è presente su quella piazza quotidianamente”.

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