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Industria / Mercato - Italia

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Ciné Giornate di Cinema: investire in nuovi linguaggi per un pubblico stratificato

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- Nel panel “Produzione italiana e nuovi linguaggi narrativi”, organizzato dalla rivista Box Office con Anica e Anec, si sono discusse nuove proposte per sostenere il cinema nazionale

Ciné Giornate di Cinema: investire in nuovi linguaggi per un pubblico stratificato
Un momento del panel (© Ciné Giornate di Cinema)

Nuove proposte per sostenere il nostro cinema sono arrivate dal panel “Produzione italiana e nuovi linguaggi narrativi”, organizzato dalla rivista Box Office, in collaborazione con Anica e Anec, in apertura delle Ciné - Giornate estive di Cinema di Riccione (1-4 luglio). All’incontro hanno partecipato l’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco; la sceneggiatrice Isabella Aguilar; Annamaria Morelli, ad di The Apartment; Giampaolo Letta, vicepresidente e ad di Medusa Film; Marta Donzelli, produttrice di Vivo Film.

Gli organizzatori del panel hanno ricordato i dati di inizio 2025 del mercato cinematografico italiano, sostenuto soprattutto dai film nazionali (43% del totale incassato nel primo trimestre), con il successo di titoli come FolleMente [+leggi anche:
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(distribuito da 01), Io sono la fine del mondo (Vision) e Diamanti [+leggi anche:
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(Vision). La quota di mercato dei titoli locali è poi scesa nel trimestre aprile-giugno, ma comunque con un incasso totale del cinema italiano di quasi 79 milioni di euro nel primo semestre (+41% sullo stesso periodo del 2024).

Isabella Aguilar - che ha confermato il suo talento con il recente successo di FolleMente, diretto da Paolo Genovese (6 milioni di euro di incasso) e cosceneggiato da Aguilar con Lucia Calamaro, Paolo Costello, Flaminia Gessi - ha aperto il dibattito sostenendo che il grande pubblico “che abbiamo la fortuna di intercettare con le nostre storie” è la somma di più nicchie, di piccoli gruppi che amano cose diverse. “FolleMente è stato scritto con battute sfumate per far risuonare sensibilità ed ironie diverse. Quando si scrive una sceneggiatura è necessario pensare allo ‘spettatore ideale’ di quel film. Non si tratta semplicemente di individuare un core target, bisogna agire in modo vitale per costruire storie che possano suscitare interesse in una audience stratificata”. Aguilar cita gli autori della Pixar e della DreamWorks Animation come “maestri” di questa visione: “i loro film d’animazione non sono mai solo film per bambini ma si prendono cura anche degli adulti con dei ‘regali’ pensati appositamente per loro nella scrittura”.

Paolo Del Brocco ha sottolineato quanto sia necessario rischiare nella scrittura e nella produzione, andando oltre i confini di genere. “Bisogna legare profondità narrativa e impatto emotivo. Mettere insieme autorialità e popolarità, Oggi i contenuti sono costruiti per durare poco secondi; il cinema si deve differenziare per costruire storie di impatto che emozionino. Dobbiamo essere più responsabili nella scelta dei progetti, prendersi più tempo per far maturare appieno il potenziale di un film”.

Del Brocco, che negli ultimi anni ha seguito la campagna Oscar per Io capitano [+leggi anche:
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e per Vermiglio [+leggi anche:
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ed è consapevole di quanto i premi ai grandi festival internazionali siano uno strumento potente di promozione, propone di investire maggiormente per far entrare i film nella cinquina degli Academy Awards per il Miglior Film Straniero, allocando un contributo fisso di 10 milioni di euro per la campagna Oscar che può arrivare dal Fondo Cinema del ministero della Cultura e da partnership private.

Anche Annamaria Morelli di The Apartment, società del gruppo Fremantle “focalizzata sui grandi autori, per non produrre film standardizzati”, è d’accordo sull’importanza di investire nella sperimentazione di nuovi linguaggi e nella ricerca di nuovi autori. “Investire su nuovi registi è vitale per il futuro del cinema, anche se non tutti i film dei nuovi autori hanno successo al botteghino”. Per Morelli bisogna “razionalizzare il numero di film da produrre, ma non dimentichiamo che il cinema è un’industria che dà lavoro, è un asset strategico con un moltiplicatore alto: per ogni euro investito nella produzione di un film, si genera un indotto di 3,54 euro”. Morelli, che ha coprodotto il nuovo film di Paolo Sorrentino, La grazia, che aprirà la Mostra di Venezia, ha inoltre sottolineato “il fruttuoso cambio di prospettiva” che si genera quando un grande autore è anche produttore del proprio film”.

Giampaolo Letta ha aggiunto quanto sia importante dare un respiro internazionale ai film, “stringendo alleanze con partner europei per dare maggiore visibilità alle nostre produzioni”.

Marta Donzelli, che con Vivo Film ha fatto esordire le pluripremiate Laura Bispuri (Vergine giurata [+leggi anche:
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) e Maura Del Pero (Maternal [+leggi anche:
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) condivide l’importanza di investire sui giovani, sui linguaggi, sulla ricerca, “fondamentale per un’industria che vuole andare avanti. Sulle opere prime e seconde è importante garantire una dose di libertà, facendo attenzione che questi autori non siano troppo autoreferenziali. Investire su questi autori anche per il loro secondo e terzo film, inserirli in un meccanismo industriale, anche se il loro esordio non ha fatto grossi numeri al botteghino”. Per Donzelli il pubblico va sfidato. “Vermiglio e Berlinguer [+leggi anche:
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sono due film che ci hanno colpito per i risultati raggiunti al box office. Il cinema deve allenare lo sguardo degli spettatori e anche se questo allenamento a volte può essere faticoso ma alla fine serve, ha una funzione sociale”. Come nel caso di C’è ancora domani [+leggi anche:
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intervista: Paola Cortellesi
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. “
I film che hanno avuto successo in questi ultimi anni avevano uno specifico cinematografico, quel qualcosa in più che li ha spinti a essere visti in sala. E avevano un aspetto civile, ponevano delle domande sulla nostra società”.

Riguardo ai problemi legati al sistema della distribuzione, Donzelli ha ricordato i 149 film italiani, decisamente troppi, che l’anno scorso hanno avuto una distribuzione molto limitata. “Noi produttori dobbiamo creare un’alleanza coi distributori affinché i film trovino uno sbocco in sala e abbiano visibilità”. Donzelli ha apprezzato l’obbligo di accordo vincolante con il distributore inserito recentemente nel tax credit, strumento fondamentale sollecitato da Del Brocco e Letta per sostenere la promozione dei film e la loro uscita in sala.

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