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BERLINALE 2013 Premi

Berlinale: le reazioni dei vincitori

di 

- Cineuropa ha raccolto le reazioni a caldo di parte dei vincitori della 63ma Berlinale alla conferenza stampa successiva alla cerimonia di chiusura

Il regista rumeno, Calin Peter Netzer (Child’s Pose [+leggi anche:
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intervista: Calin Peter Netzer
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 -  Orso d'oro del miglior film della 63ma Berlinale): «Sono ancora sotto choc. Sono molto contento. E' un premio molto importante per me, ma anche per il cinema rumeno».

«Questo premio è un ottimo punto di partenza per la campagna che comincerò in Romania per il mio film. Penso che un festival come la Berlinale possa aiutare un film a trovare il suo pubblico internazionale, ma spero anche che aiuti a trovare il suo pubblico nazionale».

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Il regista bosniaco Danis Tanović (An Episode in the Life of an Iron Picker [+leggi anche:
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intervista: Danis Tanović
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 - Gran Premio della Giuria): «E' un piccolo film e non ci aspettavamo di arrivare fino a Berlino. Sono contento soprattutto per questa famiglia Rom. Lo scopo del film era di cambiare la loro situazione. Ringrazio la Berlinale di sostenere la mia battaglia che è partita da una reazione di rabbia e sbocca in qualcosa di meraviglioso come questo premio».

Il regista americano David Gordon Green (Prince Avalanche - Orso d'argento del miglior regista): «Sono contento di ricevere questo premio, tanto più che ricompensa un film in cui ho scartato tutto ciò che non amavo della regia a beneficio di quello che mi piaceva di questo mestiere e che spesso è impossibile mettere in atto sui set hollywoodiani».

L'attore bosniaco Nazif Mujić (Orso d'argento del miglior attore per An Episode in the Life of an Iron Picker): «Non ero attore e nel film interpreto me stesso. Ho riflettuto molto prima di accettare la proposta di Tanis Tanović. L’attenzione dei media non ha mai dato da mangiare alla mia famiglia. Forse il film e questo premio saranno più utili».

L'attrice cilena Paulina García (Orso d'argento della miglior attrice per Gloria [+leggi anche:
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): «Catherine Deneuve lo diceva di recente. Per un'attrice, è difficile trovare lavoro se sei vecchia, grassa e brutta, ma non ho consigli da dare. Il ruolo è una chance e una prova di fiducia da parte del regista che ha creduto nel mio lavoro. Non ho mai smesso di lavorare e questo premio lo vedo innanzitutto come un riconoscimento per questo lavoro».

Il regista quebecchese Denis Côté (Premio Alfred Bauer dell'opera che apre nuove prospettive per Vic+Flo ont vu un ours): «Il film è pieno di rotture e di elementi difficili da mischiare nella stessa opera. Lo prendo come un premio all'originalità. Un modo per dire: grazie di aver osato!».

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(Tradotto dal francese)

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